La prima testimonianza autorevole in questo senso è quella di David Reis, CIO dell’University of Miami Health System e della Miller School of Medicine. Quando non è immerso nella cybersecurity, nella strategia del cloud ibrido o nella modernizzazione delle app, Reis trascorre il suo tempo collaborando con il consiglio di amministrazione e con i vertici dell’azienda per immaginare nuovi modelli di assistenza sanitaria e assumere un ruolo-guida nella trasformazione digitale.
Che si tratti di raggiungere un obiettivo aziendale teso a raggiungere un maggior numero di pazienti all’ora o del desiderio dell’amministratore delegato di sfruttare lo storico dei dati per prevedere la crescita del volume degli utenti o le entrate future, rispetto al passato, Reis e il suo team non sono più coinvolti soltanto in ciò che riguarda il loro contributo all’IT aziendale o alla tecnologia in generale.
Oggi, al contrario, quel che viene loro richiesto è di essere parte attiva e fondamentale nella strategia generale complessiva dell’impresa, per tutto ciò che ha a che fare con la sua innovazione e con la sua avanguardia, sia che si tratti della conoscenza e della cura del paziente, che della sicurezza aziendale.
“In queste discussioni non si parla più soltanto di telefoni, infrastrutture, server, computer, sistemi di storage e di tutto ciò che ci si aspetta dall’IT”, spiega Reis. “Ora siamo considerati un vero e proprio partner, che viene coinvolto non più soltanto nelle fasi finali della digitalizzazione dei flussi di lavoro, ma anche molto prima, già a partire dal ripensamento generale dei processi”.
Nonostante un altro anno dominato da piani di trasformazione e di razionalizzazione delle operazioni digitali, come Reis, molti altri CIO stanno svolgendo un nuovo ruolo nella preziosa veste di partner strategici dell’azienda.
Secondo State of the CIO 2023 [in inglese], che ha intervistato 837 leader IT e 201 partecipanti alle line of business (LOB), il lavoro funzionale e di trasformazione ha impegnato la maggior parte del tempo dei leader IT quest’anno, più o meno come nel 2022 [in inglese].
Nello specifico, l’84 per cento del campione si è occupato di gestione della sicurezza (47%), del miglioramento delle operazioni IT e delle prestazioni dei sistemi (40%), del controllo dei costi e della gestione delle spese (28%). Così come è stato, allo stesso modo, impegnato in attività di trasformazione (83%), tra cui la modernizzazione dell’infrastruttura e delle applicazioni (35%), l’allineamento delle iniziative IT con gli obiettivi aziendali (38%), la cura della partnership IT/business (31%) e la direzione delle iniziative di cambiamento (28%).
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Sebbene un numero molto inferiore (61%) abbia indicato le responsabilità nelle strategie aziendali come il capitolo principale delle attività svolte nel corso dell’anno, sono tanti i CIO che, come Reis, possono considerarsi leader strategici già affermati e ricercati, con un’influenza che continuerà a crescere. Allo stesso tempo, la maggioranza degli intervistati di 2023 State of the CIO (71%) prevede un maggiore coinvolgimento in questo senso, nel corso dei prossimi tre anni. Con la tecnologia al centro di tutti gli aspetti del business moderno, i leader IT si aspettano che il loro compito includa la guida attiva dell’innovazione aziendale, lo sviluppo e il perfezionamento della strategia e l’identificazione delle opportunità di differenziazione competitiva.
“Il ruolo del CIO, oggi, è sempre di più legato alla leadership aziendale e non necessariamente incentrato sulla tecnologia, che è solo parte integrante di ciò che facciamo ogni giorno”, afferma Kevin Gray, CIO della città di Burbank, in California. “Contribuiamo a dare forma alla strategia delle imprese, a definire le roadmap e a sviluppare le politiche aziendali, molto di più di quanto facevamo in passato”. Un CIO o un CTO che si sveglia la mattina pensando soltanto alla tecnologia, sta facendo un grosso sbaglio”.
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Lo stato del CIO in Europa
In Europa, in particolare, il CIO Spain riferisce che il 64% dei CIO intervistati in Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) prevede un aumento dei propri budget IT entro il 2023.
Secondo il rapporto, le ragioni alla base di questo aumento saranno la modernizzazione delle applicazioni dell’azienda (44%), l’investimento in talenti o nuove competenze (42%), la necessità di rinnovare i sistemi legacy (39%) e la necessità di miglioramenti della sicurezza (36%).
Mentre la maggior parte delle aziende aumenterà o manterrà il proprio budget IT quest’anno, il 10% delle aziende si aspetta che diminuisca di conseguenza, principalmente a causa dell’instabilità economica e dell’incertezza (58%). Altri motivi includono le prestazioni finanziarie dell’azienda, la riduzione della forza lavoro e i trasferimenti del budget tecnologico ad altre unità aziendali. Lo studio Foundry ha rivelato che il 43% della spesa tecnologica totale delle aziende è controllata dall’IT, anche se si prevede che questa percentuale salirà al 51% nei prossimi tre anni.
Lo studio ha anche mostrato che, per la maggior parte delle organizzazioni, i ruoli legati alla tecnologia riportano direttamente al CEO (come Chief Technology Officer, Chief Information Officer, Chief Innovation Officer, Chief Digital Officer e Chief Data Officer). Le eccezioni includono le posizioni di Chief Security Officer e Chief Analytics Officer, che spesso riferiscono al CIO.
Da parte loro, l’85% dei CIO ha affermato che il proprio ruolo è più focalizzato sul digitale e sull’innovazione, mentre l’84% ha affermato di essere più coinvolto nella trasformazione digitale dell’azienda rispetto alle controparti commerciali.
Lo studio Foundry ha mostrato che il 71% dei CIO ritiene che il proprio ruolo sia diventato più importante e visibile a causa dell’attuale stato dell’economia e ha affermato di assumere sempre più ruoli di stratega aziendale, in particolare guidando l’innovazione all’interno delle aziende. Infatti, il 75% di loro ha dichiarato che una delle proprie responsabilità è quella di creare nuove iniziative che generino reddito.
I CIO EMEA sono attualmente concentrati sulla gestione della sicurezza, sulla modernizzazione dell’infrastruttura e delle applicazioni, sull’allineamento delle iniziative IT con gli obiettivi aziendali e sul miglioramento delle prestazioni delle operazioni e dei sistemi IT. Tuttavia, per i prossimi tre anni, si aspettano che il loro compito principale sia quello di riprogettare i processi aziendali.
Allo stesso modo, le priorità IT del CIO nel 2023 saranno rafforzare la collaborazione tra il dipartimento tecnologico e il business, migliorare la sicurezza IT e dei dati per ridurre i rischi aziendali e migliorare l’esperienza del cliente. Inoltre, il 77% ritiene che il proprio coinvolgimento nella sicurezza informatica della propria azienda aumenterà quest’anno.
Quando si tratta di tecnologia, le iniziative che guidano gli investimenti IT quest’anno saranno la sicurezza e la gestione del rischio, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico, l’infrastruttura cloud, la modernizzazione dei sistemi legacy e l’analisi. dati. Pertanto, le assunzioni che i CIO effettueranno nei prossimi 6-12 mesi si concentreranno sulle aree della sicurezza delle informazioni, dell’architettura cloud, dello sviluppo di applicazioni e dei servizi e integrazioni cloud.
A livello globale, i CIO e la loro leadership stanno maturando
A livello globale, la grande attenzione che si è avuta anche nel corso di quest’anno per la trasformazione e per la modernizzazione dell’IT non ha attenuato la domanda di leadership dei CIO. Più della metà (55%) degli intervistati per l’indagine State of the CIO 2023 ha dichiarato di considerare in modo proattivo le opportunità di business e di formulare pareri in merito alla scelta di tecnologie e di fornitori, mentre il 23% ha affermato di fornire consulenze sulle necessità di business, sulle scelte tecnologiche e sui fornitori.
Come negli anni precedenti, il ruolo del CIO continua a essere più incentrato sul digitale e sull’innovazione, una tendenza emersa dall’85% delle interviste rilasciate dai leader IT che hanno partecipato all’indagine di quest’anno. Non solo i CIO sono coinvolti nella trasformazione digitale, ma la maggior parte dei partecipanti all’indagine 2023 sostiene di essere più propenso a guidare le iniziative di trasformazione digitale rispetto alle loro controparti aziendali, uno scenario citato dall’84% dei leader IT e da quasi tre quarti (72%) dei partecipanti LOB.
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Inoltre, la crescente credibilità dei CIO come protagonisti nella trasformazione del business viene riconosciuta anche su una scala più ampia, anche se i leader IT sono impegnati negli sforzi di modernizzazione e nell’operatività degli investimenti tecnologici che, negli ultimi anni, hanno conosciuto una forte accelerazione. L’85 per cento degli intervistati ha dichiarato di considerare il ruolo del CIO come un fattore di cambiamento, con un leggero aumento rispetto allo scorso anno.
Allo stesso tempo, i CIO continuano a coltivare solide relazioni con le altre figure dirigenziali che ricoprono, in azienda, ruoli di una certa influenza: Il 77% del campione di 2023 State of the CIO ha creato una forte partnership con il CEO e con il consiglio di amministrazione. Quasi la metà (49%) dei leader IT che hanno partecipato alla ricerca di quest’anno riferisce direttamente all’amministratore delegato, e gli stessi CIO hanno mantenuto la supervisione di alcune delle nuove posizioni di livello C. Per esempio, tra i partecipanti all’indagine State of the CIO 2023, molti chief data officer [in inglese] (53%) e chief digital officer [in inglese] (42%) rientrano ora nell’ambito della gestione da parte del CIO. Anche i chief security officer e i chief analytics officer [in inglese] hanno maggiori probabilità di ambire alla leadership IT.
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Analogamente, l’IT mantiene il controllo diretto su una buona parte del relativo budget nella maggior parte delle aziende (in media circa il 43,5%) e gli intervistati prevedono che tale rapporto salga a circa il 50% nei prossimi tre anni. In linea con le strutture di reporting, i CIO hanno il controllo dei budget assegnati ad alcuni dei titoli esecutivi più recenti: Il 58 per cento del campione ha affermato che il budget del CTO è stato incluso nelle spese tecnologiche complessive sotto la gestione del CIO, mentre la metà ha dichiarato lo stesso del budget del chief digital officer. Un numero molto più elevato, il 63%, ha confermato che le spese del chief data officer rientrano nelle competenze del CIO e del reparto IT.
Sebbene la statura della leadership e il ruolo immersivo del CIO nel business siano, da qualche tempo, in costante crescita, la continua incertezza economica, l’ampio potenziale delle tecnologie emergenti per trasformare il business, e il persistente e ampiamente pubblicizzato “effetto alone” delle prestazioni dei CIO, hanno sottolineato l’importanza di questa figura e il suo contributo alle strategie aziendali. In particolare, il livello di trasformazione digitale durante la pandemia è stato senza precedenti, e le tattiche dell’azienda, nonché le piattaforme che le rendono effettive richiedono che la leadership IT promuova l’adozione su larga scala e sorvegli la cura e l’alimentazione continua, afferma JP Saini, Chief Digital & Technology Officer di Sunbelt Rentals, un operatore globale nel mercato del noleggio di attrezzature.
“Si tratta di capire come mantenere il vantaggio creato con le strategie aziendali che abbiamo implementato”, afferma Saini. “A differenza degli anni passati, in cui dopo un lancio importante, il momento dell’aggiornamento successivo arrivava a tre o quattro anni di distanza, oggi per la digital transformation occorre privilegiare una modalità di creazione di valore continua, che evolva di anno in anno “.
Le prospettive per il 2023
La roadmap di Sunbelt Rentals, per quest’anno, prevede l’evoluzione delle sue piattaforme digitali in aree quali l’e-commerce omnichannel, la gestione dinamica dei prezzi, l’assistenza, la supply chain e la gestione del magazzino. L’azienda, inoltre, sta investendo in nuove tecnologie collaborative e in iniziative di Zero Trust per dare ai propri dipendenti la possibilità di lavorare in modo ibrido, indipendentemente dal luogo in cui si trovano e dal dispositivo che utilizzano, spiega Saini.
Finora, le aziende del gruppo che si sono occupate di trasformazione digitale e di tecnologia hanno, perlopiù, operato su due binari paralleli. Oggi, invece, sono consolidate in un’unica entità che fa capo a Saini e che si occupa di accelerare la fornitura di sistemi che guidino la strategia aziendale. “Ora siamo una realtà unificata che gestisce le iniziative dall’inizio alla fine, perché il fattore-tempo è cruciale”, spiega Saini. “Nell’e-commerce, soprattutto, se non si dispone di una buona tabella di marcia per stare davanti ai concorrenti, la perdita di competitività può diventare rilevante”.
Per Deepa Soni, CIO della compagnia assicurativa statunitense The Hartford, le iniziative tecnologiche e le strategie aziendali in programma per il 2023 sono la stessa cosa. L’implementazione del cloud, l’intelligenza artificiale, l’analisi, un moderno ecosistema di dati e la digitalizzazione del maggior numero di processi aziendali possibile sono in cima all’agenda aziendale. L’obiettivo è, innanzitutto, semplificare le interazioni con clienti, broker e agenti e portare la potenza degli strumenti digitali ai dipendenti che, dall’utilizzo di una dozzina di soluzioni per svolgere il proprio lavoro sono passati a utilizzare un unico tool semplificato con tutte le informazioni rilevanti a portata di mano per prendere decisioni migliori e comprendere i rischi, spiega Soni.
Con le nuove tecnologie ormai pronte a reinventare i processi aziendali e a sconvolgere interi mercati, Soni afferma che lei e i suoi colleghi CIO devono svolgere un ruolo fondamentale nel guidare l’azienda a pensare le cose in modo diverso, riconoscendo le opportunità di sfruttare la tecnologia per creare soluzioni per partner commerciali, clienti e dipendenti. Uno dei cambiamenti più significativi di The Hartford è stato l’adozione di pratiche agili, non solo in ambito IT, ma anche come prassi aziendale. “Ora siamo organizzati intorno a flussi di valore incentrati sul cliente, che partono dai proprietari dei prodotti e si estendono alla tecnologia”, spiega l’esperta. “L’opportunità di sfruttare i dati e l’hi-tech sta aumentando, quindi dobbiamo fornire le capacità più velocemente per essere in grado di capitalizzare meglio le opportunità future”.
Lo sfruttamento dei dati, delle analisi avanzate e dell’intelligenza artificiale è una priorità assoluta per tutti. Il 34 per cento dei leader IT che hanno risposto al sondaggio State of the CIO 2023 ha indicato l’analisi dei dati e la business analytics come prorità tecnologiche destinate a guidare gli investimenti IT, seconde solo alla sicurezza e alla gestione del rischio (38%). In cima alla lista, risultano anche machine learning e AI, al 26%.
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Sulla base delle considerazioni che collocano i dati e le analisi nella veste di motore fondamentale per la strategia aziendale, l’anno scorso, il colosso della chimica Dow Inc. ha unito i suoi team preposti alle due attività in un unico gruppo, creando un nuovo ruolo di leadership dedicato. Chris Bruman, il primo chief data and analytics officer di Dow, riferisce direttamente a Melanie Kalmar, vice presidente e CIO, nonché chief digital officer dell’azienda.
Nel suo duplice ruolo, Bruman dirige un team centralizzato di dati e analisi, ma ha anche la responsabilità di costruire la relativa strategia per l’intera azienda, in modo da consentire la crescita e rafforzare la produttività. Sotto la sua guida, Dow ha aggiornato il modello operativo nella gestione dei dati con l’approccio organizzativo preso in prestito dal mondo dell’aviazione denominato “hub and spoke”, sta creando una piattaforma e una raccolta di dati in grado di supportare l’intera azienda, e ha ampliato l’iniziativa per renderla in grado di sfruttare sia i dati strutturati che quelli non strutturati. Il gruppo di Bruman ha anche investito tempo e risorse nell’alfabetizzazione sui dati, lanciando un programma a livello aziendale per aggiornare l’azienda sul loro linguaggio e su come trarre vantaggio dalla loro analisi.
“Poiché queste ultime sono sempre più importanti nel modo in cui lavoriamo ogni giorno, non crediamo che un team completamente centralizzato possa tenere il passo con la domanda”, spiega. Con l’approccio hub and spoke, il potere di sfruttare gli analytics risiede nelle singole funzioni aziendali. “Si tratta di democratizzare i dati e di poter svolgere le attività necessarie con più autonomia”, spiega.
Il ruolo del CIO “avanzato” prende forma
Oltre a concentrarsi sui dati, negli ultimi anni Dow ha investito in modo considerevole nella realizzazione di piattaforme digitali, tra le quali spiccano quelle volte a migliorare e accelerare il ritmo dell’innovazione e a offrire una migliore esperienza di acquisto digitale su Dow.com, ampliando, al contempo, le modalità di collegamento diretto con i clienti.
Secondo il CIO e CDO Melanie Kalmar, Dow sta anche lavorando per digitalizzare i propri siti produttivi, convogliando i dati sul campo per renderli disponibili laddove sono necessari per prendere decisioni e per migliorare l’efficienza e la disciplina operativa, la sicurezza e l’affidabilità. “Il digitale in Dow rappresenta una strategia aziendale, non solo una strategia IT”, afferma.
Altri CIO, come Kalmar, stanno ampliando i loro ruoli e le loro responsabilità di supervisione al di là dell’IT [in inglese], via via che le strategie digitali passano in primo piano nell’azienda. Molti di loro stanno, infatti, assumendo nuove responsabilità in materia di ricavi, una mossa citata dal 68% dei leader IT quest’anno, in aumento rispetto al 65% dell’indagine State of the CIO del 2022. Nell’ambito di questa iniziativa, il 44% dei leader IT gestisce un team incaricato di nuove funzionalità di generazione di ricavi, mentre un quarto ne fa parte, secondo la ricerca. Nell’ambito di questa tabella dei ricavi ampliata, i leader IT stanno automatizzando i processi aziendali e IT (47%), creando nuovi prodotti e servizi (40%) e rendendo i dati più disponibili (34%).
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Andrew Ho, dell’agenzia di ricerche, comunicazione e Pr Global Strategy Group (GSG), oggi ha la responsabilità dei servizi per le attività di ufficio e per l’IT, con l’obiettivo primario di rafforzare le sinergie tra le due aree. In considerazione del fatto che il lavoro ibrido è ormai una realtà consolidata [in inglese], il suo doppio ruolo gli attribuisce, tra le altre cose, la responsabilità di far evolvere il coinvolgimento e la ricchezza esperienziale con dei dipendenti [in inglese] che lavorano sia da remoto che in azienda. Per esempio, in tutti quei casi in cui la riconfigurazione degli uffici per accogliere il lavoro ibrido, rende impossibile separare i requisiti tecnologici dalle necessità di utilizzo degli strumenti audiovisivi immersivi, sale Zoom e capacità di accoglienza, spiega il vice president senior di GSG.
Inoltre, Ho sostiene che il personale dei servizi per le attività di ufficio si trova nella posizione migliore per gestire il supporto tecnico front-end dell’azienda, poiché è sempre presente e mantiene un certo tipo rapporto con i dipendenti. “I confini tra le strutture e la tecnologia si sono fatti sempre più labili, e tutto ciò rientra nell’ambito dell’IT”, conclude il manager.
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Sastry Durvasula, che detiene sia il titolo di CIO che di client service officer, è entrato nella compagnia assicurativa TIAA un anno fa, in parte per cogliere l’opportunità del ruolo di CIO avanzato. Dal punto di vista tecnologico, la roadmap 2023 di Durvasula abbraccia i temi della trasformazione attraverso un’agenda digital-first costruita intorno ai dati e all’IA per dare vita a esperienze iper-personalizzate [in inglese] e, allo stesso tempo, prevede la modernizzazione delle piattaforme e dei processi principali sfruttando l’automazione e orchestrando la migrazione ibrida e multicloud.
Sul fronte dei servizi ai clienti, Durvasula si concentra anche sull’IA e sull’automazione per trasformare il modo in cui TIAA svolge tutte le attività, dal coinvolgimento dei clienti alla gestione delle frodi e fino ai servizi di assistenza. “La nostra convinzione fondamentale è che i servizi ai clienti trarrebbero un vantaggio significativo dalla vicinanza alla tecnologia, in quanto sarebbero i maggiori beneficiari dell’IA, dell’automazione e degli strumenti digitali in cui stiamo investendo”, spiega Durvasula. “Ha molto senso riunirli”.
Durvasula, che ha ricoperto ruoli di CIO, nonché di supervisore dell’IT e dei prodotti digitali in altre aziende, è fermamente convinto che il ruolo centrale della tecnologia nella strategia aziendale abbia cambiato le carte in tavola e abbia portato i leader dell’IT su una nuova strada, nonché del fatto che non si tratti di spostare l’attenzione dalle iniziative tecnologiche alla strategia aziendale, quanto piuttosto di trovare un equilibrio che richieda una pari attenzione per entrambe.
“Ora che la tecnologia è al centro della strategia aziendale e non più un elemento di supporto, il ruolo del CIO cambia notevolmente”, afferma. “La tecnologia sta sconvolgendo il business in molti modi e questo è il momento migliore per intraprendere la carriera di CIO. Le strade sono aperte”.
CIO, IT Strategy
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