I CIO sono molto ambiziosi. Per l’anno appena iniziato, non sembrano volersi accontentare dello status quo e, al contrario, fissano grandi obiettivi, secondo innumerevoli sondaggi realizzati di recente sui dirigenti IT.
Vogliono espandere l’uso dell’intelligenza artificiale, e fornire più valore dai relativi investimenti, incrementare ulteriormente la produttività dei dipendenti, aumentare l’efficienza, migliorare la resilienza, espandere gli sforzi di trasformazione, e molto altro ancora.
Naturalmente, ogni CIO ha una propria lista di cose da fare, con obiettivi-chiave da raggiungere. Quindi, in linea con lo spirito del nuovo anno, abbiamo chiesto ad alcuni di loro quali sono i loro buoni propositi professionali per il 2025. Ecco che cosa ci hanno risposto.
1. Innovare
Shane McDaniel, CIO della Città di Seguin, in Texas, ci racconta che la sua città è cresciuta di circa il 35% dal censimento del 2020.
Per garantire che il suo team sia in grado di affrontare le sfide che tale crescita comporta, ha raddoppiato il personale IT e ha investito nella formazione del suo team. Sta sfruttando le relazioni con i fornitori [in inglese] per stare al passo con le tecnologie e le pratiche emergenti e consolidate. Inoltre, sta facendo maturare le IT operation e sta introducendo una maggiore flessibilità, ritenendo che entrambe le cose siano essenziali per la capacità del suo dipartimento di soddisfare le esigenze mutevoli e in espansione della città.
McDaniel afferma che questo lavoro potrà creare anche una solida base di lancio per ulteriori innovazioni IT nel prossimo anno.
“Stiamo abbracciando l’innovazione”, spiega. “In qualità di CIO di una delle 25 città a più rapida crescita degli Stati Uniti, il mio obiettivo è guidare la mia organizzazione attraverso una rapida maturità, sfruttando l’innovazione tecnologica e cogliendo le opportunità di finanziamento nel miglior modo possibile”.
2. Raddoppiare lo sfruttamento della potenza dell’IA
Non sorprende come l’ottenere di più dall’AI sia un obiettivo primario per molti CIO. Uno di loro è Katherine Wetmur, Chief Information Officer per il cyber, i dati, il rischio e la resilienza di Morgan Stanley.
“Sono entusiasta del potenziale dell’intelligenza artificiale generativa, in particolare nel settore della sicurezza”, afferma.
Wetmur osserva che Morgan Stanley “utilizza da anni la moderna scienza dei dati, l’AI e l’apprendimento automatico per analizzare i dati e le attività, individuare i rischi e avviare la loro mitigazione”, notando che i team dell’azienda hanno ottenuto anche brevetti in questo settore.
Tuttavia, vede ancora del lavoro da fare e sta collaborando con i team delle infrastrutture e dell’innovazione dell’azienda “per costruire su questo slancio”.
“L’opportunità di sfruttare ulteriormente l’intelligenza artificiale per migliorare il nostro apparato di sicurezza, affrontare le minacce e consentire il rilevamento delle frodi è immensa”, dice.
3. Garantire un rollout efficace e sicuro dell’AI
“L’AI è ovunque e, sebbene i suoi vantaggi siano ampi, la sua implementazione efficace in un’azienda presenta delle difficoltà. Pertanto, bilanciare l’implementazione con una formazione adeguata, con una corretta adozione e con un’attenta misurazione dei costi e dei benefici è essenziale, soprattutto per proteggere le risorse aziendali”, evidenzia Ted Kenney, CIO dell’azienda tecnologica Access.
Kenney prevede di collaborare con fornitori di software commerciali off-the-shelf “per facilitare un proof-of-concept della loro funzionalità out-of-the-box. Il nostro successo sarà misurato dall’adozione da parte degli utenti, dalla riduzione delle attività manuali e dall’aumento delle vendite e della soddisfazione dei clienti”.
4. Concentrarsi sull’AI responsabile
Denise Reilly-Hughes, segretaria e CIO dell’Agenzia per i Servizi Digitali dello Stato del Vermont, ha questo obiettivo in primo piano: riconoscere che le possibilità dell’intelligenza artificiale crescono di giorno in giorno e, con loro, anche i rischi [in inglese].
“Il mio proposito è di maturare nell’esecuzione di un’AI responsabile”, dice. “Spesso le organizzazioni possono farsi prendere dall’attrattiva di una novità scintillante, ma che può creare conseguenze indesiderate. L’intelligenza artificiale è il nuovo oro e per massimizzare davvero il suo potenziale, dobbiamo innanzitutto avere i giusti controlli. L’adozione di un approccio all’IA incentrato sull’uomo aiuterà a garantire che il nostro Stato possa mantenere l’etica e allo stesso tempo trarre vantaggio dalle nuove innovazioni dell’IA”. È ottimista in questo approccio, ritenendo che “quelli di noi che abbracciano l’IA si troveranno in una posizione migliore domani, poiché continua a maturare” insieme ai framework per la governance e alla supervisione organizzativa [in inglese]
5. Fornire valore dall’AI generativa
Via via che le imprese passano dalla sperimentazione e dalla verifica dei casi d’uso dell’AI generativa [in inglese], necessitano che l’intelligenza artificiale generi un reale valore aziendale [in inglese].
Ronda Cilsick, CIO della società di software Deltek, punta a fare proprio questo.
“Nel 2025, continueremo a vedere l’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa. Ma non si tratta più solo di alzare l’asticella. Si tratta, piuttosto, di ottimizzare e massimizzare il valore che otteniamo dalla GenAI”, afferma. “Stiamo valutando come consentire ai nostri dipendenti di utilizzare la tecnologia e di pensare all’arte del possibile per fornire valore aziendale”.
6. Dare potere ai talenti globali
Sebbene sfruttare l’AI sia un obiettivo primario per Morgan Stanley, Wetmur afferma di essere altrettanto impegnata a usufruire del potere delle persone.
“In Morgan Stanley, il nostro talento è davvero l’ingrediente segreto del nostro successo”, sottolinea, aggiungendo come rimanga ‘ispirata dalle conoscenze e dai contributi eccezionali dei nostri tecnologi di livello mondiale’.
Il suo obiettivo è quello di continuare a potenziarli.
“La mia responsabilità per la nostra impronta tecnologica globale si traduce nel fatto che motivare e potenziare la nostra forza lavoro diversificata rimane una delle mie principali priorità”, precisa Wetmur. “Visito di persona il maggior numero possibile di team, in India, a Singapore, in Europa o più vicino a casa, in Nordamerica. Credo nel potere degli incontri faccia a faccia per comprendere direttamente le esperienze e le sfide dei diversi team. Questo approccio non solo dimostra che apprezziamo le nostre persone ovunque si trovino, ma mi permette di impegnarmi efficacemente con i miei manager per sviluppare strategie che favoriscano una cultura produttiva e inclusiva, in cui i diversi punti di forza e le diverse competenze possano prosperare”.
E poi aggiunge: “Questo è particolarmente importante in tempi in cui le tecnologie, i mercati e le aspettative dei clienti sono in rapida evoluzione”.
7. Creare una cultura di apprendimento integrale
Wetmur ha un altro obiettivo legato al talento: creare una cultura dell’apprendimento [in inglese], non solo nel suo reparto, ma in tutte le divisioni.
“Credo fermamente che l’apprendimento continuo e la sperimentazione siano essenziali per il progresso. Il nostro settore si evolve così rapidamente e il successo oggi dipende da un vero investimento nello sviluppo professionale continuo e dalla volontà di sperimentare nuove tecnologie”, riconosce. “Abbiamo fantastici laboratori di innovazione, hackathon e un forte sostegno all’innovazione di base. Ma tutto ciò non può essere soltanto una responsabilità della divisione tecnologica; è qualcosa in cui è coinvolta l’intera azienda. Educando non solo i nostri partner commerciali, ma l’intera base di dipendenti sulla potenza delle tecnologie emergenti, come l’AI generativa, possiamo garantire che tutti siano allineati con noi nel tracciare il nostro futuro”.
8. Offrire esperienze digitali migliori
Cilsick di Deltek ha l’obiettivo di migliorare l’esperienza digitale dei dipendenti della sua azienda, ritenendo che una DEX migliore [in inglese] produrrà benefici in diversi modi.
La manager dichiara di volere, innanzitutto, introdurre nuove tecnologie e nuove forme di automazione per “rendere le cose il più semplici possibile”, rispecchiando le esperienze digitali che la maggior parte dei lavoratori vive quando utilizza le tecnologie di consumo. Per esempio, Deltek sta esaminando quali tecnologie implementare per rendere la collaborazione e le comunicazioni il più agevoli possibile per i team i cui lavoratori passano dall’ufficio alle sedi remote come parte dell’ambiente di lavoro ibrido dell’azienda.
Ma Cilsick punta ad andare oltre il miglioramento dell’esperienza digitale dei dipendenti, concentrandosi anche sulla loro “produttività digitale”.
“Si tratta di sfruttare la tecnologia per assicurarsi che siano più efficienti e produttivi”, spiega.
Il CIO di MongoDB Mindy Lieberman cita lo stesso obiettivo.
“Nel 2025, la mia finalità principale da CIO sarà trasformare l’efficienza operativa, massimizzare la produttività aziendale e migliorare l’esperienza dei dipendenti”, indica. “Saremo iper focalizzati sullo sfruttamento dell’AI per re-immaginare i processi, esaminando strategicamente la dispersione di SaaS [in inglese] e ripulendo i problemi del passato, nonché affrontando l’accumulo inutile di risorse e aggiornando l’interfaccia utente e le prestazioni per fornire un set di strumenti integrati”.
9. Posizionare l’azienda per un successo a lungo termine
Lieberman vuole guardare oltre il 2025, affermando che un’altra risoluzione per l’anno è “sviluppare una visione a lungo termine della nostra roadmap tecnologica, in modo da poter decidere strategicamente dove investire le risorse”.
Questo avviene in un momento in cui le roadmap tecnologiche di molti leader IT hanno dovuto ridursi [in inglese], dato il ritmo del cambiamento e le incognite che ci attendono.
“I miei propositi per il 2025 riflettono l’evoluzione delle esigenze della nostra azienda, le opportunità presentate dall’AI e dalle tecnologie emergenti, e la necessità di bilanciare l’innovazione con l’efficienza operativa”, spiega. “L’obiettivo generale è posizionare la tecnologia come catalizzatore per la crescita aziendale, la soddisfazione dei dipendenti e la differenziazione competitiva”.
A tal fine, Lieberman mira a sviluppare capacità di intelligenza artificiale per automatizzare le attività di routine.
“I bot gestiranno le richieste più comuni, dai riepiloghi dei conti di vendita ai benefici per le risorse umane, riducendo i tempi di risposta e liberando risorse per le iniziative strategiche”, afferma.
Un altro punto chiave per Lieberman sarà capitalizzare l’emergere dell’agentic AI [in inglese].
“Incorporando le capacità di ragionamento in evoluzione dell’intelligenza artificiale, miglioreremo il processo decisionale e snelliremo le operazioni, con miglioramenti misurabili e monitorati rispetto ai valori di riferimento per dimostrare un impatto aziendale reale”, racconta.
Per molti leader IT, quest’ultima parte può far decollare o fallire i progetti di AI [in inglese].
Alla domanda su come pensa di misurare l’impatto, Lieberman risponde: “Il successo si manifesterà in una forza lavoro più produttiva, in operazioni più snelle e in dipendenti che si sentono supportati da strumenti e processi intuitivi. Vedremo guadagni misurabili di produttività, costi operativi ridotti e un maggiore allineamento tra tecnologia e obiettivi aziendali”.
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